È noto a tutti che da quando una nuova e terribile guerra ha cominciato a sconvolgere l’Europa, Noi non abbiamo tralasciato nulla di tutto ciò che il senso di responsabilità inerente all’ufficio da Dio a Noi affidato C’imponeva e che il Nostro amore paterno verso tutti i popoli Ci suggeriva; e ciò non soltanto perché con ordine più equo e conforme a giustizia si ristabilisse la concordia miseramente ora spezzata fra tante genti, ma anche perché i conforti divini e gli aiuti umani affluissero, per quanto possibile, a tutti coloro, a cui la furia del conflitto bellico aveva arrecato danni e dolori.
Ma poiché l’immane lotta, anziché diminuire, perdura più violenta, e la Nostra voce, mediatrice di pace, è come soffocata dallo strepito delle armi, rivolgiamo l’animo trepido, ma tuttavia fiducioso, al «Padre delle misericordie e al Dio di ogni consolazione »(1), e imploriamo al genere umano tempi più sereni da Colui che piega le volontà degli uomini e col cenno suo divino dirige il corso degli avvenimenti.
Ben sappiamo però che le Nostre preghiere saranno più efficaci se ad esse si congiungeranno, in perfetta fusione di anime, quelle dei Nostri figli. Come pertanto all’appressarsi dello scorso mese di maggio, abbiamo invitato tutti i fedeli, e in modo speciale i fanciulli, all’altare della Vergine Madre di Dio, per implorare i celesti aiuti(2), così adesso ordiniamo che in tutto il mondo, il 24 del prossimo novembre, si elevino con Noi a Dio pubbliche preghiere. E nutriamo fiducia che tutti i figli della Chiesa con animo volenteroso asseconderanno i Nostri desideri, in modo da formare un immenso coro di oranti, il quale, salendo in alto e penetrando i cieli, Ci propizi il favore e la misericordia di Dio. Speriamo altresì — cosa questa di più grave importanza — che la crociata di preghiere sia accompagnata da opere di penitenza e dal miglioramento spirituale della vita di ciascuno, resa più conforme alla legge di Cristo. Esigono ciò le presenti angustie e le prospettive dei pericoli che può portare il domani; esigono ciò la divina giustizia e la divina misericordia che dobbiamo conciliarci.
Ma poiché nulla è più atto a placare e propiziare la divina Maestà che il santo Sacrificio Eucaristico, per mezzo del quale lo stesso Redentore del genere umano « in ogni luogo si sacrifica e si offre oblazione pura »(3), desideriamo che nel medesimo giorno, nel quale si svolgeranno queste sacre funzioni, tutti i ministri dell’altare, nella pia celebrazione della santa Messa, si uniscano spiritualmente a Noi, che offriremo il divin Sacrificio sulla tomba del Principe degli Apostoli, nella Basilica Vaticana. Perciò con Motu Proprio, in virtù della Nostra Apostolica autorità, stabiliamo che il giorno 24 del prossimo mese di novembre, tutti coloro che sono tenuti ad applicare la Messa per il popolo loro affidato, la applichino secondo la Nostra intenzione. Vogliamo inoltre che anche tutti gli altri sacerdoti, sia del clero secolare come del regolare, sappiano che Ci faranno cosa molto grata se, quella Domenica, immolando l’Ostia divina, si uniformeranno alla Nostra intenzione. E la Nostra intenzione è questa: che per il valore infinito di tanti Sacrifici Eucaristici, che quel giorno si offriranno all’Eterno Padre in ogni momento e in ogni parte del mondo, s’impetri l’eterno riposo a tutti coloro che sono morti per causa della guerra; che si ottengano i celesti conforti della grazia agli esuli, ai profughi, ai dispersi, ai prigionieri, a tutti coloro, insomma, che soffrono e piangono per le calamità del presente conflitto; che, finalmente, ristabilito, nella giustizia, l’ordine, e placati gli animi sotto l’influsso della cristiana carità, una vera pace congiunga e affratelli tutti i popoli dell’umana famiglia, ridonando ad essi la tranquillità e la prosperità.
Dato a Roma, presso San Pietro, il giorno 27 ottobre, nella festa di Gesù Cristo Re, l’anno 1940, secondo del Nostro Pontificato.
1 Cf. II Cor., I, 3.
2 Cf. Lettera all’Em.mo Cardinale L. Maglione (A.A.S., 1940, p. 144).
3 Mal., I, 11.
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