Saturday, 16 June 2018

"Simbolo della Madonna" di San Gabriele dell'Addolorata (in Italian)


Credo, o Maria, come rivelaste a S. Brigida, “che siete la regina del cielo, la madre di misericordia, il gaudio dei giusti e il passaggio dei peccatori verso Dio”, e che: “nessuno è tanto maledetto il quale finché vive senta la mancanza della vostra misericordia”, e che: “nessuno è così rigettato da Dio, che se Vi avrà invocato non torni a Dio, e avrà la misericordia, e sarà misero chi, potendo, non si avvicina alla misericordia”.
Credo che: voi siate la madre di tutti gli uomini, e che in Giovanni li riceveste tutti per figli, giusta la volontà di Gesù.
Credo che: voi siate, quale alla vostra Brigida vi dichiaraste, “Come la madre di tutti i peccatori che aspirano ad emendarsi”, e che: “esclamate in favore dell'anima peccatrice: abbi pietà di me” .
Credo che: voi siate la nostra vita. Dico con S. Bernardino da Siena che “tutti i favori concessi nell'Antico testamento non dubito che Dio li largisse solo (non escluso Gesù)... “e dopo Dio la unica speranza dei peccatori”, vi dirò con S. Agostino. Vi credo quale vi vide S. Geltrude col manto aperto in cui stavano rifugiate molte fiere: leoni, orsi, tigri, e che voi non solo non li cacciavate ma con gran pietà gli accoglievate e accarezzavate.
Per voi, noi riceviamo il dono inestimabile della s. perseveranza: “Seguendo voi non devierò, pregandoVi non dispererò, se voi mantenete non cadrò, se proteggete non avrò paura, con la vostra guida non affaticherò, voi propizia arriverò fino a voi”.
Voi siete il respiro dei cristiani ed il loro aiuto, massime in morte, conforme diceste a S. Brigida: “che voi come madre andate incontro a loro nella morte, perché essi abbiano consolazione e sollievo”, e che: “non vi conviene”, come diceste a S. Giovanni di Dio, “non vi conviene abbandonare i vostri devoti nell'ora della morte”.
Voi siete la speranza di tutti, massime dei peccatori; “voi la città di rifugio” e di quelli specialmente che son privi d'ogni soccorso.
Voi siete la “protettrice dei condannati, la speranza dei disperati”, e come intese S. Brigida che vi diceva Gesù che: “anche al diavolo usereste misericordia se lo chiedesse umilmente”. “Voi non aborrite il peccatore, per quanto fetido sia, se avrà elevato un sospiro a voi”, vi dirò con S. Bernardo, “Voi lo levate con mano pietosa dal baratro della disperazione”.
Credo che: voliate ad aiutare chi vi invoca; e che siate: “la salute di chi vi invoca”, e che: “voi più amate fare a noi del bene che desideriamo riceverlo”.
.Credo, come voi significaste a S. Geltrude, che: aprite il manto per accogliere tutti quelli che a voi ricorrono, e che gli angeli attendono a difendere i vostri devoti dalle infestazioni dell'inferno. Voi preoccupate quei che vi cercano, ed anche non richiesta correte pronta in aiuto, e che: “chi voi volete sarà salvo”.
Credo, come diceste a S. Brigida, che: “i demoni solo sentendo Maria immediatamente lasciano un'anima”.
Confesso con S. Epifanio, Antonino ed altri che il vostro nome scese dal cielo e fu imposto per divina ordinazione. Riconosco con S. Antonio da Padova nel Nome vostro le stesse dolcezze che S. Bernardo considera nel nome di Gesù: “Il vostro nome, o Maria, è giubilo al cuore, miele alla bocca, melodia all'orecchio”.
Credo che, dopo il Nome di Gesù non “ci sia un altro nome da cui le pie menti traggono abbondanza di grazia di speranza e di soavità”. E col vostro S. Bonaventura confesso che “il vostro nome non può essere detto devotamente senza un vantaggio di chi lo fa”. E credo a ciò che diceste a S. Brigida che: “non c'è nessuno in questa vita tanto freddo nell'amore di Dio, che se avrà invocato il vostro nome, con volontà di pentirsi, immediatamente il diavolo non si allontani da lui”.
Credo che la vostra intercessione sia moralmente necessaria per la nostra salute, e che tutte le grazie che Dio ci dispensa passino per le vostre mani, e che tutte le misericordie che si sono dispensate agli uomini, tutte son venute per mezzo vostro, e che: “nessuno entra in cielo se non passa per voi come per la porta”. Credo che la vostra intercessione non sia solo a noi utile ma necessaria moralmente.
Credo che: voi siate la Cooperatrice di nostra giustificazione, “la restauratrice degli uomini, l'autrice della salute degli uomini, la restauratrice di tutto il genere umano, la coadiutrice della redenzione, la salvatrice del mondo”: Che nel mare di questa terra restan sommersi tutti quei che non si troveranno ricevuti nella nostra nave, e per conseguenza credo che: “a nessuno se non per voi sia aperto l'accesso alla salute”, e che: “nessuno vi è che arrivi salvo se non per voi”.
Credo che: “Dio abbia stabilito di non concedere nulla se non per vostro mezzo”, che: “la nostra salvezza sta nelle vostre mani”, e che: “chi chiede senza di voi è come se tentasse volare senza ali”. Credo altresì che: “pregherebbe inutilmente altri santi chi voi non aiutaste”; e che: “ciò che essi possono insieme con voi, voi da sola potete senza di loro tutti”; e che: “se voi tacete nessuno presterà aiuto, nessuno pregherà, mentre se pregate voi tutti daranno aiuto e pregheranno”. E finalmente vi dico con S. Tommaso che siete: “tutta la speranza della vita”, e vi dico con S. Agostino: “Confessiamo che solo e unicamente voi siete sollecita per noi in cielo”.
Credo che voi siate la tesoreria di Gesù e che: “nessuno riceve un dono di Dio se non per voi”, e che: “trovata voi viene trovato ogni bene”.
Credo che: “un solo sospiro vostro può più che i suffragi di tutti i Santi insieme”, e confesso con S. Giovanni damasceno che: “in verità potete salvare tutti”. Vi credo che siate quell'avvocata che non ricusate di difendere le cause dei più miserabili. Vi dirò con S. Andrea cretense: “Salve, o divina riconciliatrice degli uomini”. E con S. Germano “non v'è termine per il vostro patrocinio”.
Vi ravviso per la Paciera tra i peccatori e Dio, e vi credo per quell'esca dolcissima creata da Dio per prendere gli uomini, e specialmente i peccatori per tirarli a Lui, come Esso stesso lo rivelò a S. Caterina da Siena; ed in conseguenza: “come la calamita attira il ferro, così voi attirate i cuori duri”, come diceste a S. Brigida. Voi siete tutt'occhi per compatire e soccorrere le nostre miserie, onde vi dirò con S. Epifanio: “attentissima”, e ciò la conferma di quel che intese S. Brigida, quando voi richiesta da Gesù: “Madre, chiedete da me quel che volete”, rispondeste: “Chiedo la compassione per i miseri”.
Credo che quell'innata misericordia delle vostre materne viscere, che aveste pellegrina ancora su questa terra verso dei miseri, sia superata in grandezza adesso che regnate in cielo, in quel modo che il sole supera in grandezza di splendore la luna, mi dice S. Bonaventura. E che siccome i corpi celesti e terreni sono illuminati dal sole, così non vi è nel mondo chi per vostro mezzo non partecipi della divina misericordia, come rivelaste a S. Brigida; onde credo con S. Bonaventura che: “Vi offendono, Signora, non solo quelli che vi scagliano ingiuria, ma anche quelli che non vi pregano”. Onde è che mi persuado col medesimo santo che: “chi eccelle nell'ossequiarvi, sarà lontano dalla perdizione”, e ciò credo con S. Ilario che avverrà: “Per quanto gran peccatore uno possa essere, se vi sarà devoto non perirà di certo in eterno”.
Con S. Bonaventura: “Chi avrà negletto voi morirà nei propri peccati. Chi non vi invoca in questa vita non raggiungerà il regno di Dio; per coloro dai quali allontanerai lo sguardo non ci sarà speranza di salvezza”.
La vostra devozione credo con s. Efrem che sia Codice di libertà. Credo con S. Anselmo che: “l'eterno castigo non toccherà per chi avrete pregato almeno una volta”. E che la vostra devozione è avere certe armi di salute, che Iddio non concede se non a coloro che Egli vuol salvi, come mi assicura il Damasceno. Onde concluderò con S. Antonino: “Come è impossibile che si salvino quelli dai quali distoglierà lo sguardo, così è necessario che si salvino e siano glorificati quelli sui quali fermi lo sguardo, ponendo per essi il patrocinio”.
Credo, come già rivelaste a S. Brigida, essere voi la Madre di tutte le anime purganti, mentre tutte le pene che esse meritano per le colpe commesse in vita, in ogni ora per le vostre preghiere sono in qualche modo mitigate. Troppo dunque felici e fortunati, vi dirò con S. Alfonso, sono i vostri devoti; mentre ci assicura S. Bernardino che “liberate dai tormenti del purgatorio in modo particolare i vostri devoti”. Conforme a ciò che intese S. Brigida che vi diceva Gesù: “Voi siete la mia madre, voi la madre della misericordia, la consolazione di coloro che sono in purgatorio”.
Credo che voi, stando per andare in paradiso, domandaste, e senza dubbio otteneste, di poter condurre con voi tutte le anime che si trovavano in purgatorio. Credo altresì, come prometteste al Papa Giovanni XXII, che gli ascritti al Carmine, nel sabato dopo la morte sarebbero liberati dal purgatorio. Ma più felici sono i vostri devoti poiché “a loro sarà aperta la porta del cielo”. Voi siete “la Porta d'ingresso della celeste Gerusalemme, la Porta del cielo, la Felice Porta del cielo, il Veicolo al cielo”.
Credo che: “nella Gerusalemme [celeste] la vostra potestà consiste nel comandare ciò che volete e nell'introdurvi chi volete”. Per voi il cielo è aperto, l'inferno vuotato, la celeste Gerusalemme ristabilita, ai miseri in procinto di dannazione è stata ridata la vita” (S. Bernardo).
Credo che: “chi vi ascolta non avrà vergogna; chi lavora sul vostro non fallisce”, e vi riconosco per quella celeste nocchiera che conduce all'eterno porto i vostri devoti ricoverati nella navicella della vostra protezione, come mostraste a S. Maria Maddalena de' Pazzi; onde la vostra devozione, vi dirò con S. Bernardo, “è segno infallibile per conseguire la salvezza eterna”, e col B. Alano: “Chi pratica questa devozione (salutare spesso con l'Ave Maria) è segno di grande valore di predestinazione alla gloria”. Onde concluderò con Guerrico abate: “Chi vi presta servizio, è così sicuro del paradiso, come se fosse in paradiso”.
Credo con S. Antonino che non “si trova nessuno dei santi che compatisca nelle debolezze, come voi, o beatissima vergine Maria”. Date più di quello che vi si chiede: “Dovunque si trovi la miseria, accorrete e soccorrete con la vostra misericordia”. “Siete sempre in movimento per cercare chi salvare”. “Spesso, vi dirò con l'abate di Celles, chi la giustizia di vostro Figlio può condannare, voi, madre della misericordia, liberate”. Onde credo ciò che il Signore disse a S. Brigida: “Se non intervenissero le vostre preghiere, non ci sarebbe speranza di misericordia”. Onde tengo con S. Fulgenzio che: “il cielo e la terra già da gran tempo sarebbero rovinati, se con le vostre preghiere non li aveste sostenuti”.
Credo che la vostra altezza sia superiore a tutti i Santi ed Angeli, e che: “è tanta la vostra perfezione che al solo Dio siete riservata da conoscere”. Credo “che dopo essere Dio venga essere madre di Dio”, e che in conseguenza “non potevate essere più unita a Dio che diventando Dio” (Alberto Magno).
Credo che “la dignità di Madre di Dio nel suo genere è infinita”; e che il vostro stato fu sommo, “quale si poteva dare a una genuina creatura”. Confesso con S. Bonaventura che “è la maggior grazia conferibile a genuina creatura essere madre di Dio, è la maggiore che Dio può fare. Dio può creare un mondo più grande, un cielo più vasto, ma non può far cosa più grande della Madre di Dio”.
Credo “che per voi è stato fatto il mondo”, e che “per vostro ordine il mondo seguita a rimanere, il quale anche voi con Dio creaste dall'inizio”, e che per amor vostro non distrusse Dio l'uomo dopo il peccato.
Credo che Iddio vi abbia dotata in sommo grado di tutte le grazie e doni generali e particolari conferiti a tutte le creature, e credo al Signore che rivelò a S. Brigida che la vostra bellezza superò la bellezza di tutti gli uomini e degli angeli. Credo che la vostra bellezza fugava i moti impuri e ingeriva purità.
Credo che foste bambina ma di essa aveste solo l'innocenza e non già il difetto d'incapacità. Foste vergine prima, nell'atto e dopo il parto; senza la sterilità foste madre, ma vergine. Nella vita attiva operavate, ma senza che l'operare vi distogliesse dall'unione con Dio; nella contemplativa stavate raccolta in Dio ma senza negligenza alcuna dei vostri doveri.
A voi toccò la morte, ma senza le sue angustie e senza la corruzione del corpo.
Credo con S. Alberto Magno che foste la prima che, senza consiglio e senza esempio di altri, offriste a Dio la vostra verginità; e poi gli donaste tutte le vergini che vi hanno imitato e che di esse ne siate la gonfaloniera; e che per voi si mantenne vergine il vostro purissimo sposo Giuseppe; e che sareste stata pronta, per conservare la verginità, a rinunziare, col divino beneplacito, anche alla dignità di Madre di Dio.
Credo, come fu rivelato a S. Matilde, “che sentivate di voi tanto giudiziosamente che, con tante grazie possedute, non vi metteste al di sopra di nessuno”. E come diceste a S. Elisabetta benedettina, tengo per fermo “che vi tenevate di poco valore e non meritevole della grazia di Dio”.
Credo, o madre mia, giusta voi l'esprimeste a S. Brigida, “che meritaste la maternità di Dio perché pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi”.
Credo che per la vostra umiltà celaste a S. Giuseppe la divina Maternità ad onta che il manifestarlo parea necessario. Serviste a S. Elisabetta, e sempre vi eleggeste l'ultimo posto.
Credo, secondo diceste a S. Brigida, “essere di sì basso concetto presso voi stessa perché pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi, e perciò non voleste la vostra gloria ma solo del Donatore e del Creatore”.
E confesso con S. Bernardino da Siena che non vi sia stata creatura che più si sia umiliata di voi, e che nel mondo non vi è di umiltà neppure un minimo grado a confronto della vostra umiltà.
Credo essere stato tanto il fuoco di cui voi ardevate verso Dio, che, posto in quello tutto il cielo e la terra, in un momento si sarebbero consumati; e che al vostro confronto eran aure fresche tutti gli ardori dei serafini.
Credo che voi sola perfettamente adempiste il precetto “ama il Signore...”, e che voi nel primo momento del viver vostro avanzaste l'amore di tutti gli angeli e uomini verso Dio, e che i beati serafini poteano scendere ad imparare nel vostro cuore il modo di amare Dio.
Credo che per un tal fuoco divino, con S. Bonaventura, che giammai foste tentata, e che, in una parola, come già rivelaste a S. Brigida, “non pensavate se non Dio, nessuna cosa vi piacque se non Dio”.
Credo con il Suarez, Ruperto, S. Bernardino, S. Ambrogio che: “mentre riposava il vostro corpo, l'animo vegliava” e che a voi il sonno non impediva amare Iddio. Onde a voi ancora appartiene quell'“io dormo ma il mio cuore veglia"; e che, in una parola, mentre viveste in terra, continuamente stavate amando Dio; che giammai faceste se non quello che conosceste essere di suo gusto, e che foste sì riempita di tanta carità “quale e quanta ne può essere trattenuta da genuina creatura in terra”, in modo che “colpiste il cuore divino e lo rapiste”.
Credo che voi talmente amaste il prossimo che non vi è stato né vi sarà chi più di voi lo abbia amato, e per conse¬guenza non vi è al mondo creatura che....
E che se si unisse l'amore che tutte le madri portano ai figli, tutti gli sposi alle loro spose, e tutti i santi ed angeli ai loro devoti, non giunge all'amore che voi portate ad un'anima sola; e che l'amore che tutte le madri han portato ai loro figli è un'ombra a paragone dell'amore che ad un solo di noi ci portate.
Vi dirò che S. Agostino: “La vostra fede aprì il cielo quando diede il consenso all'angelo che annunziava”.
Credo col Suarez che aveste più fede che tutti gli uomini ed angeli, e che “anche dubitando i discepoli voi non dubitaste; onde vi dirò con S. Cirillo “scettro della fede ortodossa”.
Credo che voi siate “Madre della S. Speranza” ed il tipo della confidenza in Dio. Voi foste mortificatissima. Credo a ciò che S. Epifanio e il Damasceno ci dicono, che foste sì mortificata negli occhi, che li tenevate sempre bassi e giammai li fissavate in alcuno.
Credo ciò che voi rivelaste a S. Elisabetta benedettina che non aveste alcuna virtù senza fatica ed orazione. Credo ciò che diceste a S. Brigida: “quanto vi fu possibile avere deste agli indigenti, e nulla vi riservaste se non il vestito e poco cibo”. Credo che le “ricchezze di questo mondo vi apparivano vili come fango”. Credo fermamente che faceste voto di povertà.


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