Wednesday, 25 October 2017

"Apparecchio alla Morte" by St Alfonso Maria de Liguori (in Italian) – XXXVI

CONSIDERAZIONE XXXV - DELLA DIMORA AMOROSA CHE FA GESU' SUGLI ALTARI NEL SS. SAGRAMENTO
«Venite ad me omnes qui laboratis, et onerati estis, et ego reficiam vos» (Matth. 11. 28).

PUNTO I
            Il nostro amante Salvatore, dovendo partire da questo mondo, dopo di aver colla sua morte compita l'opera della nostra redenzione, non volle lasciarci soli in questa valle di lagrime. «Niuna lingua è bastante (dicea S. Pietro d'Alcantara), a poter dichiarare la grandezza dell'amore, che Gesù porta ad ogni anima; e perciò volendo questo sposo partire da questa vita, acciocché questa sua assenza non le fosse cagione di scordarsi di lui, le lasciò per memoria questo SS. Sagramento, nel quale Egli stesso rimanea, non volendo che tra ambedue restasse altro pegno per tenere svegliata la memoria ch'Egli medesimo». Merita dunque da noi grande amore questo gran tratto d'amore di Gesu-Cristo; e perciò in questi ultimi nostri tempi Egli ha voluto che s'istituisse la festa in onore del suo SS. Cuore, come si porta rivelato alla sua serva suor Margherita Maria Alacoque, affinché noi rendessimo co' nostri ossequi ed affetti qualche contraccambio alla sua amorosa dimora che fa sugli altari: e così insieme compensassimo i disprezzi che in questo Sagramento d'amore Egli ha ricevuti e riceve tuttavia dagli eretici e da' mali cristiani.
            Gesù si è lasciato nel SS. Sagramento, 1. per farsi trovare da tutti; 2. per dare udienza a tutti; 3. per far grazie a tutti. E per 1. Egli si fa trovare in tanti diversi altari, per farsi trovare da tutti che desiderano di trovarlo. In quella notte in cui il Redentore stavasi licenziando da' discepoli per andar alla morte, addolorati quelli piangeano, pensando di doversi dividere dal loro caro maestro; ma Gesù li consolava dicendo (e lo stesso diceva allora anche a noi): Figli miei, io vado a morire per voi, per dimostrarvi l'amore che vi porto; ma anche morendo non voglio lasciarvi soli; finché voi sarete sulla terra, voglio con voi restarmi nel SS. Sagramento dell'altare. Io vi lascio il mio corpo, l'anima mia, la mia divinità e tutto me stesso. No, finché voi starete sulla terra, io non voglio separarmi da voi. «Ecce vobiscum sum usque ad consummationem saeculi» (Matth. 28. 20). «Volea lo sposo (scrisse S. Pietro d'Alcantara) lasciare alla sua sposa in questa sì lunga lontananza qualche compagnia, acciocché non rimanesse sola, e perciò lasciò questo Sagramento, in cui rimase esso stesso, ch'era la miglior compagnia che potesse lasciarle». I gentili si han finti tanti dei, ma non han saputo fingersi un Dio più amoroso del nostro, e che ci sta più vicino e ci assiste con tanto amore. «Non est alia natio tam grandis, quae habeat deos appropinquantes sibi, sicut Deus noster adest nobis».Così appunto la S. Chiesa applica questo passo del Deuteronomio (al cap. 4. v. 7) alla festa del SS. Sagramento (Resp. 2. Noct. 3).
            Ecco dunque Gesu-Cristo, che se ne sta negli altari, come ristretto in tante prigioni d'amore. Lo cacciano i sacerdoti dalle custodie per esporlo, o per dar la comunione, e poi lo ritornano a chiudere. E Gesù se ne contenta di restarsene ivi il giorno e la notte. Ma che serviva, mio Redentore, a restarvi in tante chiese anche la notte, mentre le genti serrano le porte e vi lasciano solo? Bastava trattenervi solamente nelle ore del giorno. No, vuol Egli starsene anche la notte benché solo, aspettando che la mattina subito lo trovi chi lo cerca. Andava la sacra sposa cercando il suo diletto, e dimandava a chi incontrava: «Num quem diligit anima mea vidistis?» (Cant. 3. 3). E non trovandolo alzava la voce, dicendo: Sposo mio, fatemi sapere dove state: «Indica mihi ubi pascas, ubi cubes in meridie» (Cant. 1. 6). Allora la sposa non lo trovava, perché non vi era ancora il SS. Sagramento; ma al presente, se un'anima vuol trovare Gesu-Cristo, basta che vadi alla parrocchia, o a qualche monastero, ed ivi troverà il suo diletto che l'aspetta. Non vi è villaggio per misero che sia, non vi è monastero di religiosi, che non tenga il SS. Sagramento; ed in tutti quei luoghi il Re del cielo si contenta di starsene chiuso in una cassettina di legno, o in una pietra, dove spesso se ne resta solo, appena con una lampa d'olio, senza chi l'assista. Ma, Signore (dice S. Bernardo), ciò non conviene alla vostra maestà. Non importa, risponde Gesù, se ciò non conviene alla mia maestà, ben conviene al mio amore.
            Or qual tenerezza sentono i pellegrini in visitare la santa casa di Loreto, o i luoghi di Terra santa, la stalla di Betlemme, il Calvario, il santo Sepolcro, dove Gesu-Cristo nacque, o abitò, o morì, o fu sepolto! Ma quanto maggiore dee esser la nostra tenerezza, in trovarci in una chiesa alla presenza di Gesù medesimo, che sta nel SS. Sagramento? Diceva il Ven. P. Giovanni d'Avila ch'egli non sapea trovare santuario di maggior divozione e consolazione, che una chiesa dove sta Gesù sagramentato. Ma piangeva all'incontro il P. Baltassarre Alvarez in vedere i palagi de' principi pieni di gente, e le chiese dove sta Gesu-Cristo abbandonate e sole. Oh Dio, se il Signore si fosse lasciato in una sola chiesa della terra, v. gr. solo in S. Pietro in Roma, e si facesse ivi trovare solamente in un solo giorno dell'anno, oh quanti pellegrini, quanti nobili e quanti monarchi procurerebbero d'aver la sorte di trovarsi ivi in quel giorno, a corteggiare il Re del cielo ritornato in terra! Oh che nobil tabernacolo d'oro adornato di gemme gli sarebbe apprestato! Oh con qual apparato di lumi si solennizzerebbe in quel giorno questa dimora di Gesu-Cristo! Ma no, dice il Redentore, Io non voglio dimorare in una sola chiesa, né per un solo giorno; né ricerco tante ricchezze e tanti lumi, io voglio dimorar continuamente in tutti i giorni ed in tutti i luoghi, dove si ritrovano i miei fedeli, acciocché tutti mi ritrovino facilmente, e sempre ad ogni ora che vogliono.
            Ah che se Gesu-Cristo non avesse pensato a questa finezza d'amore, chi mai avrebbe potuto pensarvi? Quando Egli se n'ascese al cielo, se alcuno gli avesse detto allora: Signore, se volete dimostrarci il vostro affetto, restatevi con noi sugli altari sotto le specie di pane, acciocché ivi possiamo trovarvi quando vogliamo; qual temerità sarebbe stata stimata questa domanda? Ma quello che non ha saputo neppure pensare alcuno degli uomini, l'ha pensato e l'ha fatto il nostro Salvatore. Ma oimè dov'è la nostra gratitudine ad un tanto favore? Se venisse un principe da lontano in un paese a posta per esser visitato da un villano, che ingratitudine sarebbe del villano, se non volesse vederlo, o vederlo sol di passaggio?

Affetti e preghiere
            O Gesù mio Redentore, o amore dell'anima mia, a Voi quanto è costato il rimanervi con noi in questo Sagramento? Voi avete dovuto prima patir la morte, per potervi restare su i nostri altari; e poi avete dovuto soffrir tante ingiurie in questo Sagramento per assisterci colla vostra presenza. E noi possiamo esser così pigri, e trascurati in venire a visitarvi, sapendo che Voi tanto gradite le nostre visite, per colmarci di beni, allorché ci vedete alla vostra presenza? Signore, perdonatemi mentre fra questi ingrati vi sono stato ancor'io. Da ogg'innanzi, Gesù mio, voglio spesso visitarvi e trattenermi quanto più posso alla vostra presenza, a ringraziarvi, ad amarvi ed a cercarvi grazie, giacché a questo fine Voi vi siete restato in terra chiuso ne' tabernacoli e fatto nostro prigioniero d'amore. V'amo, bontà infinita, v'amo, o Dio d'amore, v'amo, o sommo bene, amabile più d'ogni bene. Fate ch'io mi scordi di me e di tutto, per ricordarmi solo del vostro amore, e per vivere la vita, che mi resta, tutta occupata a darvi gusto. Fate ch'io da oggi avanti non trovi maggior delizia, che di trattenermi a' piedi vostri. Infiammatemi tutto del vostro santo amore.
            Maria madre mia, impetratemi un grande amore al SS. Sagramento, e quando mi vedete trascurato, ricordatemi Voi la promessa, che ora fo di andare a visitarlo ogni giorno.


PUNTO II
            Per 2. Gesu-Cristo nel Sagramento dà udienza a tutti. Dicea S. Teresa che non tutti in questa terra possono parlare col principe. I poveri appena posson sperare di parlargli e fargli sentire le loro necessità per mezzo di qualche terza persona: ma col Re del cielo non vi vogliono terze persone, tutti, e nobili e poveri posson parlarci, stando egli nel Sagramento, da faccia a faccia. Perciò si chiama Gesù fiore de' campi: «Ego flos campi, et lilium convallium» (Cantic. 2. 1). I fiori de' giardini stan chiusi e riserbati, ma i fiori de' campi stanno esposti a tutti. «Ego flos campi», commenta Ugon Cardinale, «quia omnibus me exhibeo ad inveniendum».
          Con Gesu-Cristo dunque nel Sagramento possono parlarci tutti, e ad ogni ora del giorno. S. Pier Grisologo (parlando della nascita del Redentore nella stalla di Betlemme) dice che i re non danno sempre udienza; spesso accade che andando taluno a parlare col principe, le guardie lo licenziano con dirgli che non è tempo allora di udienza, che venga appresso. Ma il Redentore volle nascere in una spelonca aperta, senza porte e senza guardie, per dare udienza a tutti, e ad ogni ora: «Non est satelles, qui dicat non est hora». Lo stesso avviene con Gesù nel SS. Sagramento. Stanno aperte continuamente le chiese, ognuno può andare a parlare col Re del cielo sempre che vuole. E vuole Gesu-Cristo che gli parliamo ivi con tutta la nostra confidenza, perciò si è posto sotto le specie di pane. Se Gesù comparisse sugli altari in un trono di luce, come comparirà nel giudizio finale, chi di noi avrebbe l'animo di accostarsegli vicino? Ma perché il Signore, dice S. Teresa, desidera che noi gli parliamo e gli cerchiamo le grazie con confidenza e senza timore, perciò ha coverta la sua maestà colle specie di pane. Egli desidera, come dice ancora Tommaso da Kempis, che noi ci trattiamo, come tratta un amico coll'altro amico, «ut amicus ad amicum».
Quando l'anima si trattiene a piè d'un altare, par che Gesù le dica quelle parole de' Cantici: «Surge, propera, amica mea, formosa mea, et veni» (Cant. 2. 10). «Surge», alzati, anima, le dice, non temere. «Propera», accostati a me vicino; «amica mea», non mi sei più nemica, mentre m'ami e sei pentita d'avermi offeso: «formosa mea», non sei più deforme agli occhi miei, la mia grazia ti ha fatta bella; «et veni», vieni su, dimmi quel che vuoi, a posta io sto in questo altare. Qual gaudio sentiresti, lettor mio, se ti chiamasse il re nel suo gabinetto e ti dicesse: Dimmi che vuoi? che ti bisogna? io t'amo e desidero di farti bene. Questo dice il Re del cielo Gesu-Cristo a tutti coloro che lo visitano: «Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos» (Matth. 11. 28). Venite poveri, infermi, afflitti, ch'io posso e voglio arricchirvi, sanarvi e consolarvi. A questo fine io mi trattengo sugli altari. «Clamabis, et dicet: Ecce adsum» (Isa. 58. 9).

Affetti e preghiere
            Giacché dunque, amato mio Gesù, Voi vi trattenete sugli altari, per sentire le suppliche de' miserabili che a Voi ricorrono, sentite oggi la supplica che vi fo io misero peccatore. O Agnello di Dio, sagrificato e morto sulla croce, io sono un'anima redenta col vostro sangue; perdonatemi tutte l'ingiurie che v'ho fatte, e assistetemi colla vostra grazia, acciocché io non vi perda più. Fatemi parte, Gesù mio, di quel dolore, che voi aveste de' peccati miei nell'orto di Getsemani. O mio Dio, non vi avessi mai offeso! Caro mio Signore, s'io moriva in peccato, non vi potrei più amare; ma Voi per questo mi avete aspettato, acciocché io v'ami. Vi ringrazio di questo tempo che mi concedete; e giacché ora posso amarvi, io voglio amarvi. Datemi la grazia Voi del vostro santo amore: ma di un tale amore, che mi faccia scordare di tutto, per pensare solamente a compiacere il vostro amantissimo Cuore. Ah Gesù mio, voi avete consumata tutta la vostra vita per me, fate ch'io consumi almeno per Voi la vita che mi resta. Tiratemi tutto al vostro amore; fatemi tutto vostro, prima ch'io muoia. Spero tutto ai meriti della vostra passione.
            E spero ancora alla vostra intercessione, o Maria; Voi sapete ch'io v'amo, abbiate pietà di me.

 
PUNTO III
            Gesù nel Sagramento dà udienza a tutti, per far grazie a tutti. Dice S. Agostino che ha più desiderio il Signore di dispensare le sue grazie a noi che noi di riceverle: «Plus vult ille tibi benefacere, quam tu accipere concupiscas». E la ragione è, perché Dio è bontà infinita, e la bontà di sua natura è diffusiva, sì che desidera di comunicare i suoi beni a tutti. Si lamenta Iddio, quando l'anime non vengono a cercargli le grazie: «Nunquid solitudo factus sum Israeli? aut terra serotina? Quare ergo dixit populus meus, non veniemus ultra ad te?» (Ier. 2. 31). Perché (dice il Signore) non volete più venire a me? che forse mi avete ritrovato come terra sterile o tardiva, quando mi avete cercate le grazie? S. Giovanni vide il Signore col petto pieno di latte, cioè di misericordia, e cinto da una fascia d'oro, cioè dall'amore, col quale egli desidera di dispensare a noi le sue grazie. «Vidi praecinctum ad mamillas zona aurea» (Apoc. 1. 13). Gesu-Cristo sempre sta pronto a beneficarci, ma dice il Discepolo, che specialmente nel SS. Sagramento egli dispensa le grazie con più abbondanza. E 'l B. Errico Susone dicea che Gesù nel Sagramento esaudisce più volentieri le nostre preghiere.
            Siccome una madre che tiene il petto ripieno di latte, va trovando bambini che vengano a succhiare, acciocché la sgravino da quel peso, così appunto il Signore da questo Sagramento d'amore ci chiama tutti, e ci dice: «Ad ubera mea portabimini... quomodo si cui mater blandiatur, ita ego consolabor vos» (Is. 66. 13). Il P. Baltassarre Alvarez vide appunto Gesù nel SS. Sagramento colle mani piene di grazie, per donarle agli uomini; ma non trovava chi le volesse.
            O beata quell'anima, che se ne sta a piè d'un altare a domandar grazie a Gesu-Cristo! La contessa di Feria, fatta monaca di S. Chiara, se ne stava sempre che poteva avanti il SS. Sagramento, ed ivi riceveva continuamente tesori di grazie. Dimandata un giorno che facesse tante ore innanzi al Venerabile? Rispose: «Io vi starei tutta l'eternità. Che si fa innanzi al SS. Sagramento? e che cosa non si fa? che fa un povero avanti un ricco? che fa un infermo avanti un medico? che si fa? si ringrazia, si ama, si domanda». Oh quanto vagliono queste ultime parole per trattenersi con frutto avanti il SS. Sagramento.
            Si lamentò Gesu-Cristo colla mentovata serva di Dio suor Margherita Alacoque dell'ingratitudine che gli usano gli uomini in questo Sagramento d'amore, allorché fe' vederle il suo Cuore circondato di spine, con una croce di sopra, in un trono di fiamme, dandole con ciò ad intendere l'amorosa dimora ch'Egli fa nel Sagramento, e poi le disse così: Ecco quel Cuore che tanto ha amato gli uomini, e che non ha risparmiato niente: è giunto a consumarsi per dimostrar loro il suo amore. Ma io per riconoscenza non ricevo che ingratitudini dalla maggior parte, per le irriverenze e disprezzi che mi fanno in questo Sagramento d'amore. E ciò che più m'è sensibile, è che sono cuori a me consagrati». Non vanno gli uomini a trattenersi con Gesu-Cristo, perché non l'amano. Piace loro star le ore intere a parlare con un amico, e poi loro dà tedio il trattenersi una mezz'ora con Gesu-Cristo! Dirà taluno: Ma perché Gesu-Cristo non mi concede il suo amore? Ma io rispondo: Se voi non discacciate dal cuore l'amore della terra, come vuol entrarvi l'amor divino? Ah che se voi poteste veramente dire col cuore quel che dicea S. Filippo Neri a vista del SS. Sagramento: «Ecco l'amor mio, ecco l'amor mio»; non avreste voi tedio a trattenervi le ore e le giornate intere avanti il SS. Sagramento.
            Ad un'anima innamorata di Dio le ore avanti Gesù sagramentato sembrano momenti. S. Francesco Saverio tutto il giorno faticava per le anime, e nella notte poi quale era il suo riposo? era il trattenersi avanti il SS. Sagramento. S. Gio. Francesco Regis, quel gran missionario della Francia, dopo avere spesa tutta la giornata in confessare e predicare, se n'andava la notte alla chiesa, e trovandola qualche volta chiusa, restava a trattenersi fuori della porta al freddo e al vento, per corteggiare almeno così da lontano il suo amato Signore. S. Luigi Gonzaga desiderava di starsene sempre avanti il SS. Sagramento, ma perché gli era stato imposto da' superiori a non trattenervisi; passando per l'altare, e sentendosi da Gesù tirato a trattenersi, era costretto a partire per far l'ubbidienza; onde poi il santo giovine amorosamente gli dicea: «Recede a me, Domine, recede»: Signore, non mi tirate, lasciatemi partire, così vuol l'ubbidienza. Ma se tu, fratello mio, non provi questo amore a Gesu-Cristo, procura tu di visitarlo ogni giorno, ch'egli ben t'infiammerà il cuore. Ti senti freddo? accostati al fuoco, dicea S. Caterina da Siena. Ed oh beato te, se Gesù ti fa la grazia d'infiammarti del suo amore. Allora certamente che più non amerai altro che Gesù, e disprezzerai tutte le cose della terra. Dice S. Francesco di Sales: «Quando va a fuoco la casa, si buttano tutte le robe dalla finestra».

Affetti e preghiere
            Ah Gesù mio, fatevi conoscere, e fatevi amare. Voi siete così amabile; Voi non avete più che fare per farvi amare dagli uomini, e come poi tanti pochi fra gli uomini son quelli che v'amano? Ohimè che fra questi ingrati misero sono stato ancor io. Sono stato ben grato colle creature, se mi han fatto qualche dono o favore; solo con Voi che m'avete donato Voi stesso, sono stato un ingrato, sino a disgustarvi tante volte gravemente, e ad ingiuriarvi co' miei peccati. Ma vedo che Voi in vece d'abbandonarmi, seguite a venirmi appresso e a chiedere il mio amore. Sento che seguite ad intimarmi l'amoroso precetto: «Diliges Dominum Deum tuum ex toto corde tuo». Giacché dunque Voi anche da me ingrato volete esser amato, sì che vi voglio amare. Voi desiderate il mio amore, ed io al presente favorito dalla vostra grazia altro non desidero che amarvi. V'amo, mio amore, mio tutto. Aiutatemi ad amarvi, per quel sangue che avete sparso per me. Amato mio Redentore, a questo sangue io metto tutte le mie speranze, ed all'intercessione della vostra SS. Madre, le preghiere della quale volete Voi che aiutino la nostra salute.
            O Maria madre mia, pregate Gesù per me: Voi accendete nell'amor divino tutt'i vostri amanti, accendete ancor me che tanto v'amo

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