Saturday, 17 November 2018

"Pastorale Officium" by Pope Paul III (translated into Italian)


Al cardinale di Toledo (Juan Pardo de Tavera)...

Diletto figlio nostro, salute e benedizione apostolica.

     L’ufficio pastorale sulle pecore a noi concesso dal cielo, esercitiamo con solerte impegno, e siamo tanto afflitti per la loro perdita quanto gioiamo per il loro avanzamento, e non solo lodiamo le loro opere buone, ma aggiungiamo l’azione della cure apostoliche affinché ne usufruiscano più diffusamente.
     Giunse al nostro ascolto, che il carissimo nostro figlio in Cristo Carlo (I) imperatore dei Romani sempre augusto, che è anche re di Castiglia e Leon, per reprimere coloro che accesi di cupidigia, contro il genere umano rivolgono l’animo inumano, con un pubblico editto ha proibito a tutti i suoi sudditi, affinché non si presuma ridurre in servitù alcuno degli indiani occidentali o meridionali, e privarli dei loro beni.
     Noi dunque prestiamo attenzione a che gli stessi Indiani, anche se sono al di fuori del grembo della Chiesa, non siano privati o non stiano per essere privati della loro libertà o del dominio sulle loro cose, poiché sono uomini e per questo capaci di fede e di salvezza, non siano abbattuti con la servitù, ma siano invitati alla vita con la predicazione e l’esempio e cose simili.
     Noi desiderando reprimere tanto nefasti misfatti di empi di tal fatta, e affinché non siano provocati ingiurie e danni che causino una più difficile accoglienza della fede in Cristo, volenti esortare tua cautela, di cui abbiamo speciale fiducia circa la tua rettitudine, previdenza, pietà ed esperienza in queste cose, e altre cose nel Signore, con la presente ordiniamo e comandiamo affinché tu, o altro o altri, assistendo tutti i suddetti indiani con un’efficace aiuto di difesa, tutti e singoli di qualunque dignità, stato, condizione, grado ed eccellenza, incorrano ipso facto alla pena di scomunica latae sententiae se hanno fatto il contrario, dalla quale nessuno può assolvere se non noi o il romano pontefice in carica, eccetto che in punto di morte e con previa riparazione, affinché con la più grande severità tu impedisca che in nessun modo presumano di ridurre in servitù i suddetti Indiani o di spogliarli dei loro beni, e contro i disobbedienti a questa dichiarazione, incorsi in tale scomunica, tu proceda oltre, e altre cose contro i suddetti e circa le cose necessarie o in qualche modo opportune, stabilisci, ordina e disponi, secondo prudenza, e sia vista in opera la tua probità e religiosità.
     Circa costoro concediamo a te con la presente libera e piena facoltà, contro i facenti il contrario e chiunque osteggia (quanto detto).

Dato a Roma presso san Pietro, con l’anello del pescatore, 
il 29 maggio 1537, anno terzo del nostro pontificato.

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