Credo, o
Maria, come rivelaste a S. Brigida, “che siete la regina del cielo, la madre di
misericordia, il gaudio dei giusti e il passaggio dei peccatori verso Dio”, e
che: “nessuno è tanto maledetto il quale finché vive senta la mancanza della
vostra misericordia”, e che: “nessuno è così rigettato da Dio, che se Vi avrà
invocato non torni a Dio, e avrà la misericordia, e sarà misero chi, potendo, non
si avvicina alla misericordia”.
Credo
che: voi siate la madre di tutti gli uomini, e che in Giovanni li riceveste
tutti per figli, giusta la volontà di Gesù.
Credo
che: voi siate, quale alla vostra Brigida vi dichiaraste, “Come la madre di
tutti i peccatori che aspirano ad emendarsi”, e che: “esclamate in favore
dell'anima peccatrice: abbi pietà di me” .
Credo
che: voi siate la nostra vita. Dico con S. Bernardino da Siena che “tutti i
favori concessi nell'Antico testamento non dubito che Dio li largisse solo (non
escluso Gesù)... “e dopo Dio la unica speranza dei peccatori”, vi dirò con S.
Agostino. Vi credo quale vi vide S. Geltrude col manto aperto in cui stavano
rifugiate molte fiere: leoni, orsi, tigri, e che voi non solo non li cacciavate
ma con gran pietà gli accoglievate e accarezzavate.
Per voi,
noi riceviamo il dono inestimabile della s. perseveranza: “Seguendo voi non
devierò, pregandoVi non dispererò, se voi mantenete non cadrò, se proteggete
non avrò paura, con la vostra guida non affaticherò, voi propizia arriverò fino
a voi”.
Voi
siete il respiro dei cristiani ed il loro aiuto, massime in morte, conforme
diceste a S. Brigida: “che voi come madre andate incontro a loro nella morte, perché
essi abbiano consolazione e sollievo”, e che: “non vi conviene”, come diceste a
S. Giovanni di Dio, “non vi conviene abbandonare i vostri devoti nell'ora della
morte”.
Voi
siete la speranza di tutti, massime dei peccatori; “voi la città di rifugio” e
di quelli specialmente che son privi d'ogni soccorso.
Voi
siete la “protettrice dei condannati, la speranza dei disperati”, e come intese
S. Brigida che vi diceva Gesù che: “anche al diavolo usereste misericordia se
lo chiedesse umilmente”. “Voi non aborrite il peccatore, per quanto fetido sia,
se avrà elevato un sospiro a voi”, vi dirò con S. Bernardo, “Voi lo levate con
mano pietosa dal baratro della disperazione”.
Credo
che: voliate ad aiutare chi vi invoca; e che siate: “la salute di chi vi invoca”,
e che: “voi più amate fare a noi del bene che desideriamo riceverlo”.
.Credo, come
voi significaste a S. Geltrude, che: aprite il manto per accogliere tutti
quelli che a voi ricorrono, e che gli angeli attendono a difendere i vostri
devoti dalle infestazioni dell'inferno. Voi preoccupate quei che vi cercano, ed
anche non richiesta correte pronta in aiuto, e che: “chi voi volete sarà salvo”.
Credo, come
diceste a S. Brigida, che: “i demoni solo sentendo Maria immediatamente
lasciano un'anima”.
Confesso
con S. Epifanio, Antonino ed altri che il vostro nome scese dal cielo e fu
imposto per divina ordinazione. Riconosco con S. Antonio da Padova nel Nome
vostro le stesse dolcezze che S. Bernardo considera nel nome di Gesù: “Il
vostro nome, o Maria, è giubilo al cuore, miele alla bocca, melodia all'orecchio”.
Credo
che, dopo il Nome di Gesù non “ci sia un altro nome da cui le pie menti
traggono abbondanza di grazia di speranza e di soavità”. E col vostro S.
Bonaventura confesso che “il vostro nome non può essere detto devotamente senza
un vantaggio di chi lo fa”. E credo a ciò che diceste a S. Brigida che: “non
c'è nessuno in questa vita tanto freddo nell'amore di Dio, che se avrà invocato
il vostro nome, con volontà di pentirsi, immediatamente il diavolo non si
allontani da lui”.
Credo
che la vostra intercessione sia moralmente necessaria per la nostra salute, e
che tutte le grazie che Dio ci dispensa passino per le vostre mani, e che tutte
le misericordie che si sono dispensate agli uomini, tutte son venute per mezzo
vostro, e che: “nessuno entra in cielo se non passa per voi come per la porta”.
Credo che la vostra intercessione non sia solo a noi utile ma necessaria
moralmente.
Credo
che: voi siate la Cooperatrice di nostra giustificazione, “la restauratrice
degli uomini, l'autrice della salute degli uomini, la restauratrice di tutto il
genere umano, la coadiutrice della redenzione, la salvatrice del mondo”: Che
nel mare di questa terra restan sommersi tutti quei che non si troveranno
ricevuti nella nostra nave, e per conseguenza credo che: “a nessuno se non per
voi sia aperto l'accesso alla salute”, e che: “nessuno vi è che arrivi salvo se
non per voi”.
Credo
che: “Dio abbia stabilito di non concedere nulla se non per vostro mezzo”, che:
“la nostra salvezza sta nelle vostre mani”, e che: “chi chiede senza di voi è
come se tentasse volare senza ali”. Credo altresì che: “pregherebbe inutilmente
altri santi chi voi non aiutaste”; e che: “ciò che essi possono insieme con voi,
voi da sola potete senza di loro tutti”; e che: “se voi tacete nessuno presterà
aiuto, nessuno pregherà, mentre se pregate voi tutti daranno aiuto e
pregheranno”. E finalmente vi dico con S. Tommaso che siete: “tutta la speranza
della vita”, e vi dico con S. Agostino: “Confessiamo che solo e unicamente voi
siete sollecita per noi in cielo”.
Credo
che voi siate la tesoreria di Gesù e che: “nessuno riceve un dono di Dio se non
per voi”, e che: “trovata voi viene trovato ogni bene”.
Credo
che: “un solo sospiro vostro può più che i suffragi di tutti i Santi insieme”, e
confesso con S. Giovanni damasceno che: “in verità potete salvare tutti”. Vi
credo che siate quell'avvocata che non ricusate di difendere le cause dei più
miserabili. Vi dirò con S. Andrea cretense: “Salve, o divina riconciliatrice
degli uomini”. E con S. Germano “non v'è termine per il vostro patrocinio”.
Vi
ravviso per la Paciera tra i peccatori e Dio, e vi credo per quell'esca
dolcissima creata da Dio per prendere gli uomini, e specialmente i peccatori
per tirarli a Lui, come Esso stesso lo rivelò a S. Caterina da Siena; ed in
conseguenza: “come la calamita attira il ferro, così voi attirate i cuori duri”,
come diceste a S. Brigida. Voi siete tutt'occhi per compatire e soccorrere le
nostre miserie, onde vi dirò con S. Epifanio: “attentissima”, e ciò la conferma
di quel che intese S. Brigida, quando voi richiesta da Gesù: “Madre, chiedete
da me quel che volete”, rispondeste: “Chiedo la compassione per i miseri”.
Credo
che quell'innata misericordia delle vostre materne viscere, che aveste
pellegrina ancora su questa terra verso dei miseri, sia superata in grandezza
adesso che regnate in cielo, in quel modo che il sole supera in grandezza di
splendore la luna, mi dice S. Bonaventura. E che siccome i corpi celesti e
terreni sono illuminati dal sole, così non vi è nel mondo chi per vostro mezzo
non partecipi della divina misericordia, come rivelaste a S. Brigida; onde
credo con S. Bonaventura che: “Vi offendono, Signora, non solo quelli che vi
scagliano ingiuria, ma anche quelli che non vi pregano”. Onde è che mi persuado
col medesimo santo che: “chi eccelle nell'ossequiarvi, sarà lontano dalla
perdizione”, e ciò credo con S. Ilario che avverrà: “Per quanto gran peccatore
uno possa essere, se vi sarà devoto non perirà di certo in eterno”.
Con S.
Bonaventura: “Chi avrà negletto voi morirà nei propri peccati. Chi non vi
invoca in questa vita non raggiungerà il regno di Dio; per coloro dai quali
allontanerai lo sguardo non ci sarà speranza di salvezza”.
La
vostra devozione credo con s. Efrem che sia Codice di libertà. Credo con S.
Anselmo che: “l'eterno castigo non toccherà per chi avrete pregato almeno una
volta”. E che la vostra devozione è avere certe armi di salute, che Iddio non
concede se non a coloro che Egli vuol salvi, come mi assicura il Damasceno.
Onde concluderò con S. Antonino: “Come è impossibile che si salvino quelli dai
quali distoglierà lo sguardo, così è necessario che si salvino e siano
glorificati quelli sui quali fermi lo sguardo, ponendo per essi il patrocinio”.
Credo, come
già rivelaste a S. Brigida, essere voi la Madre di tutte le anime purganti, mentre
tutte le pene che esse meritano per le colpe commesse in vita, in ogni ora per
le vostre preghiere sono in qualche modo mitigate. Troppo dunque felici e fortunati,
vi dirò con S. Alfonso, sono i vostri devoti; mentre ci assicura S. Bernardino
che “liberate dai tormenti del purgatorio in modo particolare i vostri devoti”.
Conforme a ciò che intese S. Brigida che vi diceva Gesù: “Voi siete la mia
madre, voi la madre della misericordia, la consolazione di coloro che sono in
purgatorio”.
Credo
che voi, stando per andare in paradiso, domandaste, e senza dubbio otteneste, di
poter condurre con voi tutte le anime che si trovavano in purgatorio. Credo
altresì, come prometteste al Papa Giovanni XXII, che gli ascritti al Carmine, nel
sabato dopo la morte sarebbero liberati dal purgatorio. Ma più felici sono i
vostri devoti poiché “a loro sarà aperta la porta del cielo”. Voi siete “la
Porta d'ingresso della celeste Gerusalemme, la Porta del cielo, la Felice Porta
del cielo, il Veicolo al cielo”.
Credo
che: “nella Gerusalemme [celeste] la vostra potestà consiste nel comandare ciò
che volete e nell'introdurvi chi volete”. Per voi il cielo è aperto, l'inferno
vuotato, la celeste Gerusalemme ristabilita, ai miseri in procinto di
dannazione è stata ridata la vita” (S. Bernardo).
Credo
che: “chi vi ascolta non avrà vergogna; chi lavora sul vostro non fallisce”, e
vi riconosco per quella celeste nocchiera che conduce all'eterno porto i vostri
devoti ricoverati nella navicella della vostra protezione, come mostraste a S.
Maria Maddalena de' Pazzi; onde la vostra devozione, vi dirò con S. Bernardo, “è
segno infallibile per conseguire la salvezza eterna”, e col B. Alano: “Chi
pratica questa devozione (salutare spesso con l'Ave Maria) è segno di grande
valore di predestinazione alla gloria”. Onde concluderò con Guerrico abate: “Chi
vi presta servizio, è così sicuro del paradiso, come se fosse in paradiso”.
Credo
con S. Antonino che non “si trova nessuno dei santi che compatisca nelle
debolezze, come voi, o beatissima vergine Maria”. Date più di quello che vi si
chiede: “Dovunque si trovi la miseria, accorrete e soccorrete con la vostra
misericordia”. “Siete sempre in movimento per cercare chi salvare”. “Spesso, vi
dirò con l'abate di Celles, chi la giustizia di vostro Figlio può condannare, voi,
madre della misericordia, liberate”. Onde credo ciò che il Signore disse a S.
Brigida: “Se non intervenissero le vostre preghiere, non ci sarebbe speranza di
misericordia”. Onde tengo con S. Fulgenzio che: “il cielo e la terra già da
gran tempo sarebbero rovinati, se con le vostre preghiere non li aveste
sostenuti”.
Credo
che la vostra altezza sia superiore a tutti i Santi ed Angeli, e che: “è tanta
la vostra perfezione che al solo Dio siete riservata da conoscere”. Credo “che
dopo essere Dio venga essere madre di Dio”, e che in conseguenza “non potevate
essere più unita a Dio che diventando Dio” (Alberto Magno).
Credo
che “la dignità di Madre di Dio nel suo genere è infinita”; e che il vostro
stato fu sommo, “quale si poteva dare a una genuina creatura”. Confesso con S.
Bonaventura che “è la maggior grazia conferibile a genuina creatura essere
madre di Dio, è la maggiore che Dio può fare. Dio può creare un mondo più
grande, un cielo più vasto, ma non può far cosa più grande della Madre di Dio”.
Credo “che per voi è stato fatto il mondo”, e che “per
vostro ordine il mondo seguita a rimanere, il quale anche voi con Dio creaste
dall'inizio”, e che per amor vostro non distrusse Dio l'uomo dopo il peccato.
Credo
che Iddio vi abbia dotata in sommo grado di tutte le grazie e doni generali e
particolari conferiti a tutte le creature, e credo al Signore che rivelò a S.
Brigida che la vostra bellezza superò la bellezza di tutti gli uomini e degli
angeli. Credo che la vostra bellezza fugava i moti impuri e ingeriva purità.
Credo che foste bambina ma di essa aveste solo l'innocenza
e non già il difetto d'incapacità. Foste vergine prima, nell'atto e dopo il
parto; senza la sterilità foste madre, ma vergine. Nella vita attiva operavate,
ma senza che l'operare vi distogliesse dall'unione con Dio; nella contemplativa
stavate raccolta in Dio ma senza negligenza alcuna dei vostri doveri.
A voi toccò la morte, ma senza le sue angustie e
senza la corruzione del corpo.
Credo con S. Alberto Magno che foste la prima che, senza
consiglio e senza esempio di altri, offriste a Dio la vostra verginità; e poi
gli donaste tutte le vergini che vi hanno imitato e che di esse ne siate la
gonfaloniera; e che per voi si mantenne vergine il vostro purissimo sposo
Giuseppe; e che sareste stata pronta, per conservare la verginità, a rinunziare,
col divino beneplacito, anche alla dignità di Madre di Dio.
Credo, come
fu rivelato a S. Matilde, “che sentivate di voi tanto giudiziosamente che, con
tante grazie possedute, non vi metteste al di sopra di nessuno”. E come diceste
a S. Elisabetta benedettina, tengo per fermo “che vi tenevate di poco valore e
non meritevole della grazia di Dio”.
Credo, o
madre mia, giusta voi l'esprimeste a S. Brigida, “che meritaste la maternità di
Dio perché pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi”.
Credo
che per la vostra umiltà celaste a S. Giuseppe la divina Maternità ad onta che
il manifestarlo parea necessario. Serviste a S. Elisabetta, e sempre vi
eleggeste l'ultimo posto.
Credo, secondo
diceste a S. Brigida, “essere di sì basso concetto presso voi stessa perché
pensaste e riteneste che niente avevate e eravate da voi, e perciò non voleste
la vostra gloria ma solo del Donatore e del Creatore”.
E
confesso con S. Bernardino da Siena che non vi sia stata creatura che più si
sia umiliata di voi, e che nel mondo non vi è di umiltà neppure un minimo grado
a confronto della vostra umiltà.
Credo
essere stato tanto il fuoco di cui voi ardevate verso Dio, che, posto in quello
tutto il cielo e la terra, in un momento si sarebbero consumati; e che al
vostro confronto eran aure fresche tutti gli ardori dei serafini.
Credo
che voi sola perfettamente adempiste il precetto “ama il Signore...”, e che voi
nel primo momento del viver vostro avanzaste l'amore di tutti gli angeli e
uomini verso Dio, e che i beati serafini poteano scendere ad imparare nel
vostro cuore il modo di amare Dio.
Credo
che per un tal fuoco divino, con S. Bonaventura, che giammai foste tentata, e
che, in una parola, come già rivelaste a S. Brigida, “non pensavate se non Dio,
nessuna cosa vi piacque se non Dio”.
Credo
con il Suarez, Ruperto, S. Bernardino, S. Ambrogio che: “mentre riposava il
vostro corpo, l'animo vegliava” e che a voi il sonno non impediva amare Iddio.
Onde a voi ancora appartiene quell'“io dormo ma il mio cuore veglia"; e
che, in una parola, mentre viveste in terra, continuamente stavate amando Dio;
che giammai faceste se non quello che conosceste essere di suo gusto, e che
foste sì riempita di tanta carità “quale e quanta ne può essere trattenuta da
genuina creatura in terra”, in modo che “colpiste il cuore divino e lo rapiste”.
Credo
che voi talmente amaste il prossimo che non vi è stato né vi sarà chi più di
voi lo abbia amato, e per conse¬guenza non vi è al mondo creatura che....
E che se
si unisse l'amore che tutte le madri portano ai figli, tutti gli sposi alle
loro spose, e tutti i santi ed angeli ai loro devoti, non giunge all'amore che
voi portate ad un'anima sola; e che l'amore che tutte le madri han portato ai
loro figli è un'ombra a paragone dell'amore che ad un solo di noi ci portate.
Vi dirò
che S. Agostino: “La vostra fede aprì il cielo quando diede il consenso
all'angelo che annunziava”.
Credo
col Suarez che aveste più fede che tutti gli uomini ed angeli, e che “anche
dubitando i discepoli voi non dubitaste; onde vi dirò con S. Cirillo “scettro
della fede ortodossa”.
Credo
che voi siate “Madre della S. Speranza” ed il tipo della confidenza in Dio. Voi
foste mortificatissima. Credo a ciò che S. Epifanio e il Damasceno ci dicono, che
foste sì mortificata negli occhi, che li tenevate sempre bassi e giammai li
fissavate in alcuno.
Credo
ciò che voi rivelaste a S. Elisabetta benedettina che non aveste alcuna virtù
senza fatica ed orazione. Credo ciò che diceste a S. Brigida: “quanto vi fu
possibile avere deste agli indigenti, e nulla vi riservaste se non il vestito e
poco cibo”. Credo che le “ricchezze di questo mondo vi apparivano vili come
fango”. Credo fermamente che faceste voto di povertà.