Saturday, 9 April 2016

"Regina Coeli" by St Pope John Paul II (in Italian)



Domenica, 24 aprile 1994

1. Regina coeli laetare!
    Regina del cielo, rallegrati!
            La Chiesa nell'invitare la Madre di Cristo alla gioia ha in mente le parole pronunciate dal Signore nel cenacolo, alla vigilia della sua passione. Disse Gesù: "La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora - diceva Gesù agli Apostoli - siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia" (Gv 16, 21-23). La Chiesa che, dopo gli Apostoli, ha fatto sue queste parole di Cristo, le rivolge durante il tempo di Pasqua prima di tutto a Colei che ha messo al mondo il Salvatore: "Regina del cielo, rallegrati!". Parole che esprimono la gioia materna della Chiesa, la quale esulta insieme alla Madre del suo Signore, con la stessa gioia, la gioia della vita, che si è rivelata nella risurrezione e che perdura in eterno in Dio.

2. Tra l'immagine della madre che dà alla luce il figlio e quella del buon Pastore che offre la vita per le sue pecore (cfr. Gv 10, 11) esiste un profondo legame. Chi dà la vita nell'amore, la riceve di nuovo. L'amore infatti è forte come la morte (cfr. Ct 8, 6). Ecco perché la verità sulla risurrezione si esprime anche attraverso il mistero del grano che cade in terra e muore per produrre il frutto (cfr. Gv 12, 24). Oggi esultiamo insieme alla Chiesa del continente africano, particolarmente dello Zaire, per Isidoro Bakanja giovane martire, il quale, come il chicco di grano, è morto per produrre frutto abbondante nella comunità ecclesiale e nel suo popolo.
            Ci rallegriamo inoltre per il meraviglioso rinnovarsi del mistero del buon Pastore che offre la sua vita, nella straordinaria esistenza di Gianna Beretta Molla e Elisabetta Canori Mora, due madri italiane oggi elevate alla gloria degli altari. L'una è vissuta tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, l'altra è nostra contemporanea; ambedue, a loro modo, hanno dato la vita per le loro famiglie. Elisabetta si è immolata per la fedeltà e l'unità della famiglia, Gianna si è sacrificata perché potesse vivere il figlio che portava in grembo. Tutte e due si inseriscono così nella grande preghiera che la Chiesa in Italia innalza a Dio nel corso di quest'anno. La loro è stata la preghiera del sacrificio materno, la preghiera dell'amore più grande. Nessuno ha un amore più grande di questo, dare la vita per l'altro (cfr. Gv 15, 13). Questo avviene in modo singolare quando una madre offre la vita per il suo bambino; quando, al prezzo della propria esistenza, dona la vita all'essere che da lei deve nascere.
            Rallegrati, Regina del cielo, con la maternità di tutte le madri pronte, come Te, a sacrificare la vita per donarla agli altri.

3. Durante il tempo di Pasqua, la Chiesa legge il Libro dell'Apocalisse, in cui si trovano le parole relative al segno grandioso apparso in cielo: una Donna vestita di sole; questa è la Donna in procinto di partorire. L'apostolo Giovanni vede apparire, davanti ad essa, un drago rosso deciso a divorare il bambino appena nato (cfr. Ap 12, 1-4).
            Questa immagine apocalittica appartiene anche al mistero della risurrezione. La Chiesa la ripropone nel giorno dell'Assunzione della Madre di Dio. E’ un'immagine, che ha la sua espressione pure nei nostri tempi, particolarmente nell'Anno della Famiglia. Quando infatti davanti alla donna si accumulano tutte le minacce contro la vita che essa sta per mettere al mondo, noi dobbiamo rivolgerci alla Donna vestita di sole, affinché circondi con la sua materna cura ogni essere umano insidiato nel seno materno. Durante il mese di maggio, che in molte comunità cristiane è particolarmente dedicato alla Madre Santissima, la comunità cristiana si rivolgerà soprattutto alla Madre della Vita, alla Madre del bell'Amore. Questo è, in modo speciale, il suo mese. Desideriamo che mediante la nostra preghiera esso serva alla causa più grande delle famiglie umane: la causa dell'amore e della vita.

4. Possa la preghiera fortificarci per quella battaglia spirituale di cui parla la Lettera agli Efesini: "Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza" (Ef 6, 10). E’ a questa stessa battaglia che si riferisce il Libro dell'Apocalisse, richiamando davanti ai nostri occhi l'immagine di san Michele Arcangelo (cfr. Ap 12, 7). Aveva di sicuro ben presente questa scena il Papa Leone XIII, quando, alla fine del secolo scorso, introdusse in tutta la Chiesa una speciale preghiera a San Michele: "San Michele Arcangelo difendici nella battaglia contro i mali e le insidie del maligno; sii nostro riparo . . .".
Anche se oggi questa preghiera non viene più recitata al termine della celebrazione eucaristica, invito tutti a non dimenticarla, ma a recitarla per ottenere di essere aiutati nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo.

Ai numerosi pellegrini giunti dallo Zaire
            Chers amis du Zaïre, je tiens à vous saluer cordialement et, en particulier le groupe important de mères de familles de votre pays venues participer à cette magnifique béatification. Nous invoquons Isidore Bakanja, et aussi Elisabetta et Gianna, pour qu’ils intercèdent en faveur de vos familles et de votre nation. Que Dieu garde vos familles dans la joie et l’espérance! Que Dieu donne à tous les Africains de connaître la paix et le développement humain intégral qu’ils sont en droit d’attendre! Que Dieu bénisse l’Eglise qui grandit sur la terre d’Afrique!

Ai pellegrini di lingua italiana
            Un saluto cordiale rivolgo anche ai numerosi pellegrini venuti da diverse parti d'Italia e in particolare dalle diocesi di Milano e di Bergamo. Mentre invito ciascuno a vivere con fedeltà la propria vocazione ispirandosi all'esempio dei nuovi Beati, esorto tutti, in questa Giornata del Buon Pastore, ad una speciale preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose.

Friday, 8 April 2016

"Apparecchio alla Morte" by St Alfonso Maria de Liguori (in Italian) - I




Dedica

All'Immaculata1 e sempre Vergine Maria:
Alla piena di grazia, alla Benedetta fra tutt'i figli di Adamo:
Alla Colomba, alla Tortorella, alla Diletta di Dio:
Onore del genere umano, Delizia della Santissima Trinità:
Casa d'amore, Esempio d'umiltà, Specchio di tutte le virtù:
Madre del bell'amore, Madre della santa speranza, e Madre di misericordia:
Avvocata de' miseri, Difesa de' deboli, Luce de' ciechi, e Medica degl'infermi:
Ancora di confidenza, Città di rifugio, Porta del Paradiso:
Arca di vita, Iride di pace, Porto di salute:
Stella del mare, e Mare di dolcezza:
Paciera de' peccatori, Speranza de' disperati, Aiuto degli abbandonati:
Consolatrice degli afflitti, Conforto de' moribondi, ed Allegrezza del mondo:
Un affezionato e amante, benché vile ed indegno
Suo Servo

Quest'Opera umilmente consagra.


INTENTO DELL'OPERA NECESSARIO A LEGGERSI

Altri desideravano da me un libro di Considerazioni sulle Massime eterne, per l'anime che desiderano di meglio stabilirsi e d'avanzarsi nella vita spirituale. Altri poi da me chiedeano una Selvetta di materie predicabili nelle Missioni e negli Esercizi spirituali. Io per non moltiplicare libri, fatiche e spese, ho stimato di fare la presente Opera, nel modo come si vede, acciocché possa servire per l'uno e per l'altro fine. Affinché possa giovare a' secolari per meditare, ho scritte queste Considerazioni divise in tre punti. Ogni punto servirà per una meditazione; e perciò dopo ogni punto vi ho soggiunti gli Affetti e Preghiere. E prego i lettori a non prendere tedio, se in queste preghiere leggerà sempre chiedersi le grazie della perseveranza e dell'amore a Dio; poiché queste sono le due grazie a noi più necessarie per conseguire la salute eterna.
La grazia dell'amor divino è quella grazia, dice S. Francesco di Sales, che contiene in sé tutte le grazie, perché la virtù della carità verso Dio porta seco tutte l'altre virtù: «Venerunt autem mihi omnia bona pariter cum illa» (Sap. 7. 11). Chi ama Dio, è umile, è casto, è ubbidiente, è mortificato, insomma ha tutte le virtù. «Ama, et fac quod vis», dicea S. Agostino. Ama Dio e fa quel che vuoi; sì, perché chi ama Iddio, cercherà di evitare ogni suo disgusto, ed altro non anderá cercando che di compiacerlo in tutto.
L'altra grazia poi della perseveranza è quella, che fa ottener la corona eterna. Dice S. Bernardo che 'l paradiso è promesso a coloro che incominciano la buona vita, ma si dà poi solo a coloro che perseverano: «Inchoantibus praemium promittitur, perseveranti autem datur» (S. Bern., Serm. 6 de modo bene viv.). Ma questa perseveranza, come insegnano i SS. Padri, non si dà se non a chi la domanda. Onde scrisse S. Tommaso che per entrare in cielo vi bisogna una continua orazione: «Post baptismum autem necessaria est homini iugis oratio, ad hoc quod coelum introeat» (3. p. q. 39. art. 5). E prima lo disse il nostro Salvatore: «Oportet semper orare, et non deficere» (Lucae 18. 1). E questa è la causa per cui molti miseri peccatori, benché perdonati, non persistono poi in grazia di Dio; ricevono il perdono, ma perché poi trascurano di cercare8 a Dio la perseveranza, specialmente in tempo di tentazioni, ritornano a cadere. All'incontro quantunque la grazia della perseveranza sia tutta gratuita, e non possa da noi meritarsi colle opere nostre, nondimeno dice il P. Suarez9 che colla preghiera infallibilmente si ottiene; avendo già prima detto S. Agostino10 che questo dono della perseveranza può meritarsi coll'orazione: «Hoc Dei donum suppliciter emereri potest, id est supplicando impetrari potest» (De dono persev. cap. 6).
            Questa necessità dell'orazione la dimostreremo a lungo in un'altra operetta a parte, intitolata, Il gran mezzo della preghiera: operetta la quale, quantunque sia breve e perciò di poca spesa, nondimeno mi costa molta fatica, ed io la stimo di sommo utile ad ogni genere di persone; anzi dico asseverantemente, che fra tutt'i trattati spirituali non v'è, né può esservi trattato più utile e più necessario di questo della preghiera per ottenere la salute eterna.
            Acciocché poi le presenti Considerazioni potessero servire anche per predicare a' sacerdoti, che han pochi libri, o non han tempo di leggerli, l'ho fornite di testi di Scritture e di passi di SS. Padri, benché brevi, ma spiritosi, quali appunto debbono essere per le prediche. Avvertendo che ogni Considerazione unitamente con tutti i tre punti viene a formare una predica. A tal fine ho procurato di raccogliere da molti autori i sentimenti più vivi, che mi son paruti più atti a muovere; e ne ho posti diversi ed in succinto, acciocché il lettore possa sceglierne quelli che più gli gradiscono, e stenderli poi a suo piacere.
            Tutto sia a gloria di Dio.
            Viva Gesù nostro amore, e Maria nostra speranza.

Thursday, 7 April 2016

“Childe Harold [sobre uma página de Byron]” by Fagundes Varela (in Portuguese)




Não te rias assim, oh! não te rias,
Basta de sonhos, de ilusões fatais!
Minh'alma é nua, e do porvir às luzes
Meus roxos lábios sorrirão jamais!

Que pesar me consome! ah! não procures
Erguer a lousa de um pesar profundo,
Nem apalpares a matéria lívida
E a lama impura que pernoita ao fundo!

Não são as flores da ambição pisadas,
Não é a estrêla de um porvir perdida
Que esta cabeça coroou de sombras
E a tumba inclina ao despontar da vida!

É êste enôjo perenal, contínuo,
Que em tôda a parte me acompanha os passos,
E ao dia incende-me as artérias quentes,
Me aperta à noite nos mirrados braços!

São estas larvas de martírio e dores
Sócias constantes do judeu maldito,
Em cuja testa, dos tufões crestada,
Labéu de fogo cintilava escrito!

Quem de si mesmo desterrar-se pode?
Quem pode a idéia aniquilar que o mata?
Quem pode altivo esmigalhar o espelho
Que a tôrva imagem de Satã retrata?

Quantos encontram inefáveis gozos
Nesses prazeres, para mim tormentos!
Quantos nos mares onde a morte enxergo
Abrem as velas do baixel aos ventos!

O meu destino é vaguear e sempre!
Sempre fugindo, a funeral lembrança,
Férreo estilete que me rasga os músculos,
Voz dos abismos que me brada: - Avança!

Que pesar me consome! ai! não mais tentes,
Espera a lousa de um pesar profundo,
Somente a morte encontrarás nas bordas,
E o inferno inteiro a praguejar no fundo!

Wednesday, 6 April 2016

"The Book of Exodus" - Chapter XIII (translated into English)



Chapter 13
  
            1 The LORD spoke to Moses and said, 2 "Consecrate to me every first-born that opens the womb among the Israelites, both of man and beast, for it belongs to me."
       
             3 Moses said to the people, "Remember this day on which you came out of Egypt, that place of slavery. It was with a strong hand that the LORD brought you away. Nothing made with leaven must be eaten. 4 This day of your departure is in the month of Abib. 5 Therefore, it is in this month that you must celebrate this rite, after the LORD, your God, has brought you into the land of the Canaanites, Hittites, Amorites, Hivites and Jebusites, which he swore to your fathers he would give you, a land flowing with milk and honey. 6 For seven days you shall eat unleavened bread, and the seventh day shall also be a festival to the LORD. 7 Only unleavened bread may be eaten during the seven days; no leaven and nothing leavened may be found in all your territory. 8 On this day you shall explain to your son, 'This is because of what the LORD did for me when I came out of Egypt.' 9 It shall be as a sign on your hand and as a reminder on your forehead; thus the law of the LORD will ever be on your lips, because with a strong hand the LORD brought you out of Egypt. 10 Therefore, you shall keep this prescribed rite at its appointed time from year to year.
           
               11 "When the LORD, your God, has brought you into the land of the Canaanites, which he swore to you and your fathers he would give you, 12 you shall dedicate to the LORD every son that opens the womb; and all the male firstlings of your animals shall belong to the LORD. 13 Every first-born of an ass you shall redeem with a sheep. If you do not redeem it, you shall break its neck. Every first-born son you must redeem. 14 If your son should ask you later on, 'What does this mean?' you shall tell him, 'With a strong hand the LORD brought us out of Egypt, that place of slavery. 15 When Pharaoh stubbornly refused to let us go, the LORD killed every first-born in the land of Egypt, every first-born of man and of beast. That is why I sacrifice to the LORD everything of the male sex that opens the womb, and why I redeem every first-born of my sons.' 16 Let this, then, be as a sign on your hand and as a pendant on your forehead: with a strong hand the LORD brought us out of Egypt."
           
           17 Now, when Pharaoh let the people go, God did not lead them by way of the Philistines' land, though this was the nearest; for he thought, should the people see that they would have to fight, they might change their minds and return to Egypt. 18 Instead, he rerouted them toward the Red Sea by way of the desert road. In battle array the Israelites marched out of Egypt. 19 Moses also took Joseph's bones along, for Joseph had made the Israelites swear solemnly that, when God should come to them, they would carry his bones away with them.
         
            20 Setting out from Succoth, they camped at Etham near the edge of the desert.
         
           21 The LORD preceded them, in the daytime by means of a column of cloud to show them the way, and at night by means of a column of fire to give them light. Thus they could travel both day and night. 22 Neither the column of cloud by day nor the column of fire by night ever left its place in front of the people.

Tuesday, 5 April 2016

Untitled Poem by José Thiesen (in Portuguese)

Morro à procura dum amor que não existe.
Passam os dias, os anos, como revoadas de pombos
cheios de tumulto e alarido, mas o amor que procuro
não vem, pois não existe, e meu coração seca num inverno gelado.